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Infezione HPV nel singolo e nella coppia

Domanda: Dr.Cardella , quali problemi l’HPV determina nell’individuo e nella coppia?
Dr.Cardella: Con la definizione di HPV, ovvero Human Papilloma Virus, indichiamo un agente patogeno che si presenta in natura con circa 130 diversi tipi che presentano differente rischio di determinare varie malattie. I ceppi 16 e 18 determinano il 70% del collo dell’utero, i ceppi 6 e 11 causano il 90% di tutti i condilomi ano-genitali. L’infezione si contrae per contatto sessuale, ma non solo; l’HPV causa diverse patologie e questo indica differenti obiettivi di profilassi.
Domanda: Iniziamo parlando della diffusione della infezione nella popolazione?
Dr.Cardella: Si può ritenere che circa l’80% delle donne almeno una volta nella vita contragga l’infezione, che circa il 50% abbia almeno un episodio di infezione da ceppo ad alto rischio per tumori; nei maschi i dati sono meno sicuri ma è attendibile ritenere che almeno il 20% ne siano affetti, arrivando al 60% se si considerano tutte le possibili tipizzazioni.
Domanda: Dr.Cardella, ma se l’HPV è così presente nella popolazione, come mai non è così evidente come altre infezioni virali?
Dr.Cardella: Perché non sempre si manifesta alla primo o ai primi contatti. Bisogna ricordare che una singola infezione, anche di un ceppo potenzialmente pericoloso per tumore, quasi sempre non da’ manifestazioni cliniche e va incontro ad auto eliminazione spontanea dall’organismo nell’arco di circa due anni; d’altra parte i ceppi che determinano patologie alla cute e/o alle mucose possono manifestarsi precocemente.
Domanda: Come facciamo allora la diagnosi?
Dr.Cardella: Non solo dalle manifestazioni cliniche, ma anche andando a cercarlo. Nella donna le manifestazioni cliniche più importanti sono alterazioni citologiche al PAPtest e alla colposcopia, che sono indicative dell’effetto più drammatico dell’HPV, ovvero il cancro del collo dell’utero, e un referto indicativo di lesione impone l’effettuazione dell’HPVtest nella paziente e, se positivo, nell’eventuale partner; nel singolo e nella coppia lesioni come condilomi, papillomi, ulcerazioni, tumori alla cute e alle mucose e non solo nelle aree genitali, ma anche al cavo orale. E’ una acquisizione recente che l’HPV può essere anche un fattore che concorre alla infertilità di coppia per riduzione del potenziale di fertilità del liquido seminale; nelle coppie infette che si affidano alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è stato riscontrato un minore tasso di successo e maggiore abortività rispetto alle coppie non infette e per queste evidenze l’HPVtest entra non solo nel protocollo della PMA ma anche nella diagnostica del maschio infertile.
Domanda: Come si effettua l’HPVtest?
Dr.Cardella: L’HPVtest si effettua prelevando sia dalla donna che dall’uomo alcune cellule superficiali in cui si cerca la presenza del DNA virale e se ne precisa poi il ceppo o i ceppi con l’eventuale potenziale patogeno.
Domanda: Dr.Cardella, c’è una cura per l’HPV , cosa occorre fare quando viene evidenziato?
Dr.Cardella: Si curano in modo specifico le patologie causate dal virus e si attuano le misure idonee a eliminarlo dal paziente e dall’eventuale partner, oltre che evitare la reinfezione . Le manifestazioni dermatologiche come verruche, condilomi, vengono asportate con varie tecniche, le alterazioni al PAPtest, alla colposcopia, alla penescopia (metodica analoga alla colposcopia nel maschio), dopo HPVtest positivo, indicano strategie calibrate al ceppo di virus riscontrato. Così nella donna viene valutata la gravità della lesione al collo dell’utero e trattata i modo adeguato, per manifestazioni modeste può essere sufficiente un counseling adeguato per il paziente e per la coppia mirato ad evitare nuove infezioni.
Domanda : Dr.Cardella, per evitare la reinfezione nei rapporti di coppia è sufficiente il profilattico?
Dr.Cardella: No, perché il virus si trasmette con varie modalità di contatto, con le mani, con la bocca. Per questo dopo una diagnosi di infezione da HPV è indispensabile adottare comportamenti idonei ad evitare la reinfezione pur senza mortificare la comunicazione fisica.
Domanda: Ha già detto che senza reinfezioni il virus HPV tende a negativizzarsi nell’organismo nell’arco di due anni, ma anche che è un virus molto diffuso nella popolazione: quindi sembra probabile contrarre più infezioni. Allora quale è il ruolo della vaccinazione?
Dr. Cardella: Le indicazioni per vaccinazioneHPV hanno avuto una evoluzione costante nel corso degli anni. Inizialmente è stata destinata alle ragazze dai 9 ai 13/14 anni , con l’obiettivo di proteggerle prima della attività sessuale, prima del possibile contatto con i ceppi potenzialmente cancerogeni al collo dell’utero; questa vaccinazione è gratuita in questa fascia di età. Successivamente è stata evidenziata una buona efficacia di protezione sia nelle donne che nei maschi anche dopo l’inizio della attività sessuale e pertanto la vaccinazione non trova controindicazione nell’età adulta ma anzi può concorrere ad aumentare la protezione nell’individuo e nella popolazione. Un particolare segmento di popolazione è quello di maschi infertili positivi all’HIV che, non essendo condizionati dal fattore tempo nell’obiettivo di un concepimento o di una PMA , possono trovare nella vaccinazione una risposta in vivo, oltre alle procedure in vitro, per eliminare l’HPV come fattore di infertilità.
Domanda : Ci sono vari tipi di vaccini HPV ?
Dr.Cardella : Si. Il bivalente che protegge dai ceppi 16 e 18, quindi destinato alle ragazze sotto i 13/14 anni per proteggerle dal cancro del collo dell’utero, il tetravalente che protegge anche dai ceppi 6 e 11, responsabili della maggior parte dei condilomi, e quindi utili sia per femmine che per maschi, e il nonavalente, che protegge anche dai ceppi 31-33-45-52-58. Sembra che sia in quadrivalente che il nona valente siano in grado di attivare una immunità di protezione anche contro altri ceppi.
Domanda: Quindi, Dr.Cardella, il vaccino non ha una funzione terapeutica.
Dr.Cardella: No. Il vaccino agisce proteggendo dalla infezione e favorendo una più sicura eradicazione del virus dall’organismo e anche nel maschio infertile, HPVpositivo, agisce evitando reinfezioni nelle cellule riproduttive in costante rinnovo.
Domanda: Quanto dura la protezione immunitaria?
Dr.Cardella: Ad oggi possiamo dire almeno otto anni.

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